Nel 2006, la Società Americana di Oncologia Clinica aveva pubblicato per la prima volta le Linee Guida per la preservazione della fertilità nei bambini e negli adulti. Quest’anno la stessa Società Scientifica le ha aggiornate per adeguarle alle evidenze scientifiche raccolte nel frattempo.
Un aspetto da sottolineare è che a pubblicare le Linee Guide sulla preservazione della fertilità fosse stata, già nel 2006, non una Società scientifica dedicata alla riproduzione assistita, ma una delle Società Scientifiche di oncologia più importanti del mondo. Questo infatti è un segnale importante dell’attenzione che gli oncologi americani pongono non soltanto al loro obiettivo principale, che è quello di curare il meglio possibile e ove possibile guarire i tumori, ma anche di supportare il malato sotto tutti i punti di vista. Molte terapie usate contro il cancro, sia che si usino i farmaci o la radioterapia, mettono a rischio la possibilità di avere figli (funzione riproduttiva) e questo può essere tanto più penalizzante per la vita dell’individuo, tanto più giovane è al momento di sottoporsi a queste cure. Basti pensare ai bambini o agli adolescenti che rischiano di rimanere sterili per tutta la vita. Rispetto ad alcuni decenni fa, quando le cure antitumorali erano meno efficaci e le tecniche di riproduzione assistita meno avanzate, ora lo scenario è profondamente cambiato: sono sempre più numerose le persone che sopravvivono al cancro e la tecnologia offre numerose possibilità di preservare la fertilità.
Per tutti questi motivi, oggi sarebbe doveroso offrire la possibilità di ricorrere a procedure di preservazione della fertilità a qualsiasi soggetto di sesso maschile o femminile, che sia in età fertile e che debba essere sottoposto a trattamenti che possano danneggiare del tutto o in parte la funzione riproduttiva.
Per aggiornare le sue Linee Guida, la Società Americana di Oncologia Clinica (in inglese American Society of Clinical Oncology: ASCO) ha eseguito una revisione sistematica della letteratura scientifica pubblicata sull’argomento dal marzo 2006 al gennaio 2013. I duecentoventidue articoli rispondevano ai criteri di selezione stabiliti dal comitato dei revisori della Linee Guida e sono stati analizzati, senza che emergessero necessità di modifiche sostanziali del precedente documento, ma piuttosto l’opportunità di chiarire alcuni punti. La raccomandazione più importante ribadita nelle Linee Guida è stata quella rivolta a tutti gli operatori sanitari che contribuiscono alla gestione clinica dei malati di cancro, di informare i malati stessi irca la possibilità che si determinino alterazioni della funzione riproduttiva o una vera e propria infertilità, come conseguenza delle cure per il tumore. Questa raccomandazione vale per oncologi, radioterapisti, ematologi, oncologi pediatri e chirurghi e le informazioni su questo argomento e sulla possibilità di preservare la fertilità andrebbero fornite ai malati, ai loro parenti o ai genitori o tutori nel caso il malato sia minorenne. Le Linee Guida dell’ASCO raccomandano anzi che questa comunicazione sia inserita come parte integrante del “Consenso Informato” che viene sottoscritto dai malati prima dell’inizio del percorso di cura e che la discussione fra operatori sanitari e malati su questi argomenti sia documentata. Inoltre, si suggerisce di indicare i riferimenti più adatti per ottenere supporto, in caso si voglia ricorrere a una procedura di preservazione della fertilità. Negli Stati Uniti sono disponibili tecniche di crioconservazione (specifiche modalità di congelamento) sia di spermatozoi e di cellule uovo, che di embrioni. Questi ultimi non “crioconservabili” in Italia in base alla Legge 40 del 2004, ma comunque si possono trovare soluzioni alternative rivolgendosi ai centri che si occupano si procreazione assistita.
Anche l’Associazione Italiana degli Oncologi Medici (AIOM) ha pubblicato nel 2013 delle Linee Guida, che fanno espresso riferimento a quelle appena citate dell’ASCO e a quelle della Società Americana di Medicina della Riproduzione (America Society for Reproductive Medicine: ASRM). Nel documento dell’AIOM si forniscono indicazioni sulle soluzioni disponibili per preservare la fertilità, in base al tipo di tumore dal quale è affetto il soggetto, anche tenendo conto delle limitazioni imposte in Italia dalla Legge 40 del 2004 riguardo alle tecniche di procreazione medicalmente assistita.