aspettando la gravidanza

La mia vita, negli ultimi 5 anni l’ho passata aspettando la gravidanza. Un sogno, una meta, un obiettivo, un desiderio in fondo al cuore, che a volte per paura e tristezza ti imponi di non volere più, anzi. Palesemente per difesa, ovviamente, perchè ogni mese mentre stavo aspettando la gravidanza, mi giuravo che il mese prossimo, non ci avrei pensato,anzi, non sarei stata attenta ai giorni potenzialmente più fecondi. Il pensiero più forte che provavo era quello di stare bene anche senza la gravidanza. Come se mi convincessi che il mio vivere aspettando la gravidanza fosse solo una stupida ossessione e che avrei dovuto cominciare a vivere senza questo desiderio. Desiderio, appunto. E’ impossibile mettere a tacere il proprio cuore e per fortuna che sia così, altrimenti non sarei andata oltre il muro della rassegnazione, ed oggi non sarei qui a scrivere la mia storia a lieto fine.Tutto ha inizio dopo 2 anni di matrimonio, quando ci rendiamo conto che dopo oltre 1 anno di tentativi mirati non riuscivamo ad ottenere la nostra desiderata gravidanza. Abbiamo iniziato con i monitoraggi follicolari, dal ginecologo. Durante i monitoraggi, abbiamo fatto vari esami ormonali e al liquido seminale di mio marito. Tutto negativo. L’esame delle tube invece risulta positivo, tube pervie. A quel punto l’unica soluzione era rivolgersi ad un centro specifico, mentre finora stavamo aspettando la gravidanza inutilmente. Ci rivolgiamo per la prima volta in un centro a Catania. L’iniziamo così il percorso di procreazione assistita. Abbiamo effettuato il primo ciclo di FIVET, siamo riusciti ad ottenere due blastocisti, entrambe trasferite. Esito negativo. Non vedevo l’ora di scappare da quel centro, abbiamo vissuto tutto il percorso con una stanchezza psicologica ulteriore. Non eravamo persone ma oggetti da eseguire esami e controlli. Senza emozioni, senza paure, senza ansia, nulla. Tutto ciò cadeva nell’indifferenza. Grazie all’esperienza  di una mia cugina, ho conosciuto il Centro Gatjc. Inizialmente eravamo stanchi di riprovare. Però dopo un pò di attesa, di bisogno reciproco di staccarci  di dosso quella pesante etichetta di “malati”, decidemmo di andare avanti. Prendiamo appuntamento per due giorni dopo e quando arriviamo al Gatjc pieni di paure e di speranza tutti ci fanno sentire proprio a nostro agio. Un ambiente familiare con tanti professionisti che finalmente mettono il cuore in quello che fanno. Non sapevamo come sarebbero andate le cose così mentre da un lato lo spettro del passato frenava il nostro sogno facendoti stare con i piedi per terra dall’altra non potevi non tener conto che questa volta davvero si iniziava a respirare qualcosa di diverso. Ci sentivamo dentro un grande disegno, accompagnati per mano in un cammino in cui davvero non ci siamo mai sentiti soli, nulla è stato tralasciato! Al primo nostro incontro dalle parole traspare il calore di un sorriso o di un abbraccio anche parlando di argomenti piuttosto tecnici come può essere la spiegazione di un ciclo di pma. Supportati soprattutto sotto il profilo psicologico (per la prima volta perché nei centri settentrionali la figura dello psicologo latita) è stato per noi strano vedere che dall’altro lato c’era davvero la volontà e l’interesse di ascoltare quanto avevamo da dire. Il “numero” del triste passato diventava in quel momento una persona a cui prestare tutta la loro professionalità. Senza mai promettere nulla sulla buona riuscita del cammino, traspariva un’equipe seria, attenta e dedita al lavoro. Ci rassicurava il loro modo di fare, la nostra fiducia in loro è stata quindi una naturale conseguenza. Già da quella circostanza, affiorava il rammarico di non averci pensato prima a questo centro come prima possibile “soluzione sotto casa”! Ma forse era necessario che tutto avvenisse così. Da quando abbiamo iniziato la nostra avventura al Gatjc al positivo (finalmente) sono passati esattamente tre mesi. Grazie al Gatjc oggi anche noi siamo ritornati ad essere una coppia felice! Semplicemente grazie a tutti! Di vero cuore!

Stefania

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