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Eccomi presente per raccontare la mia storia tramite il fertility blog, una storia fatta di fallimenti continui, dove l’aspetto emotivo ha preso il sopravvento su quello che in determinati momenti era “giusto” fare. La nostra storia ha qualcosa di surreale, me ne rendo conto ogni volta che la racconto a qualcuno, ripercorrendo le strade del dolore fisico, psicologico, che per lunghi 7 anni è stato il nostro unico e vero compagno di viaggio. Sono sempre più convinta che solo chi vive quello che abbiamo passato noi, può capire davvero cosa voglia dire dover fare i conti con questa “ingiustizia”. Non riesco a trovare un altra definizione di quello che alla fine è la sorte di chi deve attraversare la desolazione e la tristezza di fare i conti con il limite di avere figli naturalmente. Non si può non provare sentimenti di rabbia, tristezza e senso d’impotenza. La solitudine è stata la mia compagna di viaggio. Nel vivere ed affrontare tutto il percorso, non abbiamo reso partecipi nessuno dei nostri familiari, come se fosse una vergogna dover ricorrere alla fecondazione assistita. Questo ci ha inevitabilmente portato a chiuderci in un unico guscio, dove eravamo l’uno la forza dell’altro in certi momenti, ma in altri lo sfogo di tanta rabbia e frustrazione.

Con tanto coraggio ci avviciniamo così al mondo della PMA. Un mondo duro e difficile da affrontare, se non ben equipaggiati da figure sanitarie competenti ma soprattutto umane. La sensazione che non dimenticherò mai è legata al primo giorno che abbiamo effettuato la prima consulenza. Un pesce fuor d’acqua, ecco come mi sono sentita. Stare li, dentro un ambiente medico a dover parlare di come e cosa fare per avere un figlio! un ingiustizia atroce! Questo mi ha portato a vivere il percorso con molta difficoltà perchè ero resistente ad ogni cosa mi veniva proposta si può dire, semplicemente perchè di fondo non riuscivo a mandare giù il mio essere li, per qualcosa di così naturale. Iniziamo così il nostro percorso, fatto di titubanze e sconforto, ma anche di tanta voglia di avere tra le braccia il nostro sogno. Solo questo può aiutare ad andare avanti, anche se davvero in molti momenti è difficile, se non impossibile. Oggi, dopo 4 tentativi, avere Luigi tra le braccia è semplicemnete un sogno, ma non posso dimenticare la sofferenza che inevitabilmente si prova durante il percorso. Per questo vorrei fare un grande in bocca al lupo a chi lotta e giustamente perde la forza di andare avanti ad ogni arrivo ciclo. Cercate di trovare anche solo un briciolo di positività perchè, credetemi, questo vi aiuterà.

Chiara

 

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