5 anni

Lo stupore di chi si rivolge al centro Gatjc accomuna molte coppie.Lo leggo nei loro occhi, nelle loro espressioni facciali, lo stupore, l’incredulità di trovare un Centro d’Eccellenza proprio in Calabria, a Gioia Tauro. Dare anche per scontato che non ci potesse essere un centro sanitario qualificato e di come per troppe volte sono stati spinti a vari e invani viaggi della speranza fuori regione, fuori nazione. Questa storia aiuta a riflettere, a conoscere  come sia possibile trovare felicità nella nostra Calabria, senza necessariamente diventare “turista sanitario”, che oltre ad una maggiore spesa economica, ne amplifica, ne raddoppia lo stress e la sofferenza, che già di per se intraprendere un percorso di PMA ne può comportare.

Tutto ha inizio cinque anni fa quando in un’uggiosa mattina di giugno ci siamo detti il nostro si. Un si all’amore, un si alla vita. A parole… sì perché per quanto riguarda i fatti… dopo quasi un anno di tentativi mirati i figli non arrivano, la tanto sperata gravidanza sembra essere una irraggiungibile utopia. Alla prima visita ci dicono di eseguire esami di laboratorio specifici per entrambi. Così succede e quindi la prima delusione: il liquido seminale presenta gravi problemi. Ci diciamo piangendo che sicuramente sarà un errore di laboratorio e quindi ripetiamo in ben tre laboratori diversi gli esami e tutti confermano la diagnosi infausta. A questo punto cosa si fa? Prendiamo la decisione di andare a “cercar fortuna al nord”, il tanto decantato nord… Scegliamo su internet uno dei centri più famosi di Italia per le tecniche di procreazione assistita e iniziamo la nostra avventura. Dopo vari mesi e costosissimi esami eseguiti ed esserci sottoposti ad un’ IUI e un’ICSI e due transfer i risultati sono stati negativi. Si riesce fortunatamente a congelare una blastocisti e finalmente il test è positivo però alla settima settimana si rivela una gravidanza biochimica. Ancora un nulla di fatto! Dopo aver litigato con la dottoressa perché non ci si poteva “aspettare di meglio ed era inutile continuare a frignare” decidiamo quel giorno stesso di cambiare centro sempre al nord e quindi si ricomincia: nuovi esami, nuove tensioni, nuovo stress e si arriva al nuovo pickup. Peccato però che di 13 embrioni per protocolli del centro si decide di portare a blastocisti solo 5 e gli altri congelarli come ovuli. Risultato: dopo tre transfer due di embrioni e uno con un’unica blastocisti congelata otteniamo un positivo terminata poi con una nuova gravidanza biochimica. Da questa doppia esperienza al settentrione ci portiamo dietro una valigia carica di tristezza, di tante ferite nel cuore ma soprattutto la poca umanità di tutti gli operatori sanitari che abbiamo incontrato. Siamo stati per loro numeri, solo numeri! È impressionante quanta poca umanità abbiamo toccato con mano in quei giorni: cuori freddi, pochi sorrisi e nessuna parola di aiuto, di sostegno per due ragazzi che stanno affrontando una prova così pesante. Tornati da quel terribile ultimo viaggio di ritorno in aereo con gli occhi gonfi di lacrime ci stringiamo forte l’uno con l’altra cercando di accettare la dura realtà. Il giorno dopo… la svolta. Quasi per caso, ricordandoci di quel nome così strano per un centro calabrese, quel nome sentito in una discussione bisbigliata di conoscenti, chiamiamo. Prendiamo appuntamento per due giorni dopo e quando arriviamo al Gatjc pieni di paure e di speranza tutti ci fanno sentire proprio a nostro agio. Un ambiente familiare con tanti professionisti che finalmente mettono il cuore in quello che fanno. Non sapevamo come sarebbero andate le cose così mentre da un lato lo spettro del passato frenava il nostro sogno facendoti stare con i piedi per terra dall’altra non potevi non tener conto che questa volta davvero si iniziava a respirare qualcosa di diverso. Ci sentivamo dentro un grande disegno, accompagnati per mano in un cammino in cui davvero non ci siamo mai sentiti soli, nulla è stato tralasciato! Al primo nostro incontro dalle parole traspare il calore di un sorriso o di un abbraccio anche parlando di argomenti piuttosto tecnici come può essere la spiegazione di un ciclo di pma. Supportati soprattutto sotto il profilo psicologico (per la prima volta perché nei centri settentrionali la figura dello psicologo latita) è stato per noi strano vedere che dall’altro lato c’era davvero la volontà e l’interesse di ascoltare quanto avevamo da dire. Il “numero” del triste passato diventava in quel momento una persona a cui prestare tutta la loro professionalità. Senza mai promettere nulla sulla buona riuscita del cammino, traspariva un’equipe seria, attenta e dedita al lavoro. Ci rassicurava il loro modo di fare, la nostra fiducia in loro è stata quindi una naturale conseguenza. Già da quella circostanza, affiorava il rammarico di non averci pensato prima a questo centro come prima possibile “soluzione sotto casa”! Ma forse era necessario che tutto avvenisse così…. Da quando abbiamo iniziato la nostra avventura al Gatjc al positivo (finalmente) sono passati esattamente tre mesi. Oggi a quasi un anno e mezzo da quel primo giorno stringiamo tra le braccia il nostro-loro miracolo, la nostra bimba che proprio in questi giorni compie 8 mesi. Probabilmente qualcuno penserà, come forse è logico che sia, che è facile parlar bene di un centro quando si realizza ciò che il paziente desidera e quando si parla del sogno di diventare genitori, sembra che anche il mondo si fermi aspettando che accada il miracolo della vita. Ma, ritenendo che cammini del genere presuppongano anche delle corse a tappe, abbiamo intrapreso durante questo ultimo ciclo di pma, un cammino parallelo di preparazione del corpo e della mente, tra un passato che poteva ritornare ma anche di un futuro che ci poteva sorprendere e dunque non potevamo non notare la dedizione di tutti i nostri angeli di questa bella realtà calabrese. Grazie al Gatjc oggi anche noi siamo ritornati ad essere una coppia felice! Semplicemente grazie a tutti! Di vero cuore!

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