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L’attuale calo demografico pone l’Italia verso una diminuzione sempre più significativa. È questo lo scenario che sembra prendere corpo dalla lettura del Bilancio demografico nazionale 2020 L’Istat registra un nuovo minimo storico di nascite dall’unità d’Italia, e un massimo storico di decessi dal secondo dopoguerra. -3,8% la diminuzione delle nascite: quasi 16 mila in meno rispetto al 2019.

Nel 2020 sono stati iscritti in anagrafe per nascita 404.104 bambini. +17,6% l’aumento dei decessi: quasi 112 mila in più rispetto al 2019. Nel 2020 sono state cancellate dall’anagrafe per decesso 746.146 persone. Lo rileva l’Istat nel report “La dinamica demografica durante la pandemia covid-19-anno 2020” diffuso oggi. Al 31 dicembre 2020 la popolazione residente è inferiore di quasi 384 mila unità rispetto all’inizio dell’anno, come se fosse sparita una città grande quanto Firenze. Gli effetti negativi prodotti dall’epidemia Covid-19 hanno amplificato la tendenza al declino di popolazione in atto dal 2015. 

Tra le cause per cui è diminuita la nascita nel nostro Paese, l’infertilità, purtroppo, è tra i fattori di rischio. Molto spesso a dover fare i conti con una diminuzione di nascite, vi è la difficoltà di concepire naturalmente. Emerge di fondamentale rilevanza la precarietà economica che molte famiglie vivono, a causa della profonda crisi socioeconomica conseguente alla presenza della pandemia covid-19, da ben oltre un anno, ormai.

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