Nella vita di una donna, arriva prima o poi il momento in cui si rende conto che il tempo a disposizione per procreare sta man mano esaurendosi. Così, l’inesorabile ticchettio delle lancette del proprio orologio biologico, inizia a rimbombare. È noto come la fertilità femminile è strettamente correlata all’età e inizia a declinare dopo i 30 anni in maniera graduale e continuo. Molto spesso, occorre sapere che la riserva ovarica, ossia la quantità di patrimonio follicolare, diminuisce sensibilmente con il passare degli anni. L’età è un fattore che influisce molto sull’ ovulazione e questa, a sua volta, sulla fertilità. La curva della fertilità femminile raggiunge il picco intorno ai 25 anni, per diminuire superati i 35. Il motivo di questo declino è dovuto al fisiologico invecchiamento ovocitario.
Con il passare degli anni il numero degli ovociti contenuti nelle ovaie diminuisce per via di un processo naturale detto atresia. Una donna alla nascita è dotata di un “patrimonio ovocitario” che si aggira intorno 1-2 milioni di ovociti, un numero che tende a diminuire a 300-500 mila alla pubertà mentre intorno all’età di 37 anni scende a 25 mila. Questo numero tenderà a ridursi drasticamente con l’avanzare dell’età.
Nella donna, in conclusione, possiamo dire che la riserva di ovociti è immensa, ma invecchia. E tale invecchiamento è responsabile della diminuzione progressiva della sua fertilità:dai 30 anni in poi diminuisce progressivamente, arriva ad un primo calo netto dopo i 35 anni e a una riduzione ancora più drastica dopo i 40 anni.
Dai dati del Rapporto annuale sull’evento nascita è emerso che negli ultimi anni, per varie ragioni, molte sono le donne ricercano la gravidanza con un età media superiore ai 31 anni. Dopo i 40 le probabilità di rimanere incinta per una donna sono molto basse, oggi le puerpere “over 40” non sono più così rare e soprattutto, molte di più rispetto ad un tempo sono le donne che a 40 anni partoriscono il primo figlio.