I pesticidi presenti in frutta e verdura riducono la fertilità maschile. Ricercatori del Dipartimento di nutrizione ed epidemiologia della Harvard T. H Chan school of public health di Boston (Stati Uniti) hanno condotto un’indagine su 155 uomini con problemi di fertilità per 18 mesi.
Comparando la quantità e il tipo di vegetali consumati con la qualità del liquido seminale si è visto che chi assumeva più di una porzione e mezza al giorno di frutta e verdura con elevati livelli di pesticidi aveva il 49% di spermatozoi in meno, ovvero 86 milioni, contro i 171 milioni di chi invece ne consumava di meno. È risultato compromesso anche la morfologia degli spermatozoi, e quindi i pazienti presentavo una ridotta probabilità di concepimento.
Esiste per cui una relazione fra pesticidi e qualità del seme. Emerge anche che il danno è correlato alla quantità e al tipo di frutta e verdura consumate. Per questo il Dipartimento dell’agricoltura americano pubblica ogni anno delle tabelle sul contenuto di pesticidi di ciascun tipo di frutta e verdura.
La frutta e la verdura proteggono la fertilità maschile perché sono ricche di antiossidanti: sono consigliate 5 porzioni al giorno, variando il più possibile la tipologia. I vegetali che contengono meno pesticidi sono i piselli, i fagioli, il pompelmo e la cipolla. Livelli elevati di residui invece sono presenti invece nei peperoni, negli spinaci, nelle fragole, nelle mele e nelle pere.
Per proteggersi dai rischi che ne derivano dal consumo dei prodotti contenenti alti livelli di pesticidi bisogna:
- Avere una dieta il più possibile varia: alternando verdura e frutta di tipo diverso si è meno esposti agli stessi pesticidi, evitando l’effetto accumulo.
- Lavare con cura sotto l’acqua corrente frutta e verdura: così si compie un’opera di pulizia efficace dei residui depositati in superficie.
- Lasciarle a mollo in acqua e bicarbonato.
- Sbucciare la frutta: in questo modo si eliminano quasi completamente tutti i residui.
- Non utilizzare l’acqua di cottura delle verdure: alcuni pesticidi si degradano con la cottura o si disperdono nell’acqua.