La storia che voglio condividere oggi con voi, è una storia che profuma di speranza…
Mi chiamo Nicoletta, ho 34 anni. Non ho una storia a lieto fine da raccontare, solo per il momento, spero. Ma sento il bisogno di raccontare quello che mi ritrovo a vivere , cercando ogni giorno la forza per affrontare la mia giornata, la mia quotidianità, fatta di ogni tipo di dolore, ferita .
Siamo sposati da 6 anni ma ricerchiamo una gravidanza solo da 3 anni. I primi 3 anni abbiamo cercato di prenderci del tempo per la nostra relazione. Purtroppo durante il fidanzamento abbiamo avuto poco tempo per goderci la nostra storia per la distanza a causa del lavoro di mio marito. Lui carabiniere a Mantova, io commessa al centro commerciale del mio paese. Così abbiamo iniziato a fare i “fidanzati” già da sposati. Assurda come situazione ma necessaria per rendere il nostro rapporto più solido, e menomale oggi dico, altrimenti con tutto quello che poi la vita ci ha riservato sicuramente saremmo scoppiati anche come coppia.
Iniziamo cosi negli anni successivi a cercare una gravidanza. Per meno di un anno abbiamo completamente disconosciuto la possibilità che il non ottenere la gravidanza potesse essere connessa all’avere delle problematiche d’infertilità.
A novembre 2013 inizia il nostro calvario, il mio calvario. Eh si, perché io sono stata nel vero senso della parola sottoposta a visite di ogni genere, interventi, terapie e chi più ne ha più ne metta. Ricordo la vergogna delle prime visite ginecologiche come l’inibizione di quel momento mi portava a irrigidirmi fisicamente portando i vari dottori ad avere difficoltà. Oggi ormai mi sento indifferente e oggetto di visita. Nient’altro.
Il cugino di mio marito ci suggerisce un centro al nord, a Milano con la solita credenza che al nord sono più preparati e professionali, ma in realtà è proprio li che mi sono sentita usata come una banconota, solo quello.
Arriviamo li, con mille paure e dubbi e soprattutto con il bisogno di capire finalmente cosa ostacolava il mio desiderio e sapere se davvero potevamo realizzare questo sogno. Poche parole, poche domande sulla nostra storia e pochi esami da fare per arrivare ad una diagnosi. Dosaggi ormonali, spermiogramma, stop! La secca decisione di fare un’ inseminazione intrauterina, senza andare oltre con gli approfondimenti diagnostici. Una tecnica non andata a buon fine ovviamente, che mi hanno fatto ripetere due volte. Fare i conti con tentativi di speranze e ripagarsi poi solo con la delusione, crea una voragine nell’anima.
Metto un freno, con le speranze alle strette decido di non voler fare più nulla e se Dio davvero avesse voluto sarei rimasta incinta.
Ma in realtà non è poi cosi facile non credere ancora nel proprio sogno.
Una cosa era certa non sarei più andata al nord. Oltre al doppio del denaro che abbiamo speso, tra alberghi, aerei, lo stress è stato alle stelle e mi rendo conto solo adesso di quanto male mi abbia fatto, essere pendolare, ancora di più ho sentito nessuna certezza. E poi soli, lontani dall’appoggio della mia famiglia. Terribile.
Decido di fare una ricerca su internet e leggendo i vari siti ho scelto il centro Gatjc.
Non so perché già dal sito, dalla pagina fb mi sentivo in un posto accogliente e professionale.
Chiamo, fissiamo la prima consulenza. Iniziamo a raccontare tutta la nostra storia e la Dott.ssa Vaticano sin da subito ci consiglia che davanti ad una situazione del genere sarebbe opportuno oltre che ovvio andare a fondo con le indagini diagnostiche perché per poter effettuare la IUI come abbiamo fatto ben 2 volte a Milano, è inutile se non si conosce lo stato delle tube . Quindi ci suggerisce di fare l’isterosalpingografia. Già durante la consulenza ricostruendo un po’ la mia storia la dottoressa Giovanna si sofferma su un episodio di quando avevo solo 14 anni, che ai miei occhi e a quelli di tutti gli specialisti che finora mi avevano visitato non è mai saltato agli occhi. Sono stata sottoposta all’appendicectomia e questo avrebbe potuto portare delle conseguenze.
E in effetti è così. Mi sono sottoposta a quest’ esame e abbiamo scoperto che una delle tube è completamente chiusa mentre l’altra è sottile e tortuosa. Ecco qui risolto il mistero della mia difficoltà di rimanere incinta.
Tutto quello che avevo fatto finora era stato sprecato, tempo , denaro, speranze, solo un continuo bagaglio di delusione alternato all’illusione.
Il Dottore Tripodi in vista dei risultati, ci consiglia di sottoporci ad una ICS.
Ed eccomi qui adesso ad affrontare le varie tappe delle PMA, ho intrapreso di pari passo il supporto psicologico con la Dott.ssa Elena, che mi sta aiutando a metabolizzare tutto quello che mi è successo finora e ad allenare la mia anima a scendere in campo più forte così da affrontare al meglio questa sfida contro il destino avverso. Ho imparato che a volte, forse per pigrizia, comodità…in realtà poco coraggio, affidiamo le redini al destino, e diventiamo spettatori della nostra vita. Non è assolutamente così, il destino ti può dirigere verso una direzione, ma solo noi con la vera motivazione e giusta dose di coraggio possiamo decidere quale sia la strada giusta verso la nostra serenità. Ed è così che io mi sento. Ho tirato le redini del cavallo pazzo chiamato destino, ho sterzato il fuori strada ormai diretto verso una strada senza uscita, insomma ho deciso di ricominciare, non so cosa mi riserverà ancora il destino, ma una cosa è certa, non lascerò a lui l’ultima parola.
Non ho ancora ottenuto la gravidanza, a giorni farò il transfer. Ma qualsiasi sia il risultato, devo ringraziare il centro Gatjc che si è preso cura di me, andando a fondo per trovare l’origine del mio problema così da poter trovare la soluzione migliore, la tecnica giusta da effettuare. Almeno adesso so che posso sperare davvero avendo la certezza di fare la cosa giusta. Sono sulla mia strada, potrò incontrare difficoltà di ogni genere, ma senza perdere di vista il mio obiettivo.