
L’impatto del papillomavirus umano (HPV) sulla fertilità maschile e gli esiti riproduttivi associati non sono ancora stati chiariti completamente. Ma numerosi studi stanno associando la presenza di HPV nel liquido seminale con la riduzione della fertilità maschile. A confermarlo un recentissimo studio pubblicato su Andrology nel novembre 2020, che ha evidenziato che gli uomini infertili hanno una maggiore prevalenza d’ infezione seminale da HPV rispetto alla popolazione generale, indipendentemente dal genotipo HPV rilevato.
L’HPV nel liquido seminale può avere un impatto sulla qualità dello sperma e sui risultati riproduttivi.
E’ bene richiedere sempre all’uomo infertile o ipofertile l’esecuzione di una spermocoltura e di un tampone uretrale per HPV screening. Non vi sono terapie specifiche ma si possono attuare terapie immunomodulanti o nei casi più aggressivi l’uso di vaccini, adesso eseguibili anche nell’uomo adulto. Inoltre conoscere la presenza dell’infezione nelle vie seminali ci consente di prevenire con le giuste accortezze il diffondersi della malattia.
Effettuare controlli di prevenzione, rimane il vero modo per prevenire l’infertilità. Per questo motivo, è bene affidarsi ad un centro autorizzato e certificato per esaminare il proprio stato di salute. Infatti,
Nella cura della sterilità di coppia ci si accaniva nell’ individuazione e trattamento delle cause femminili, tralasciando l’infertilità maschile.
Nel 35% dei casi di infertilità di coppia, la causa è maschile e riconosce sicuramente una grossa componente sociale. Oltre alle condizioni soggettive patologiche, sembrano influire, anche, le condizioni ambientali e lo stile di vita.
Giungere a conclusioni certe è, però, più difficile di quanto sembri. I fattori da valutare sono molti ed eterogenei, ed esiste una grande variabilità nella quantità, nella morfologia e nella loro motilità. Tra l’altro, non esiste una correlazione certa tra numero di spermatozoi e fertilità, tranne nei casi di grave oligozoospermia o azoospermia. Alcune condizioni lavorative, che espongono a radiazioni, a sostanze tossiche o a microtraumi, aumentano il rischio di infertilità. Anche l’esposizione agli inquinanti prodotti dal traffico urbano agisce negativamente.
Il fumo di sigaretta nuoce agli spermatozoi: i fumatori, spesso, hanno più spermatozoi con morfologia anormale.
Lo stesso stile di vita, se eccessivamente stressante, riduce la fertilità.
Il fattore maschile sembra meno complesso di quello femminile, infatti, nell’uomo si verificano minori processi in merito al concepimento.
Principali cause dell’infertilità maschile
Le principali cause di infertilità maschile si possono dividere in ormonali, testicolari e post-testicolari.
Per cause ormonali intendiamo la riduzione degli ormoni sessuali a livello testicolare. Questa, può essere dovuta ad una alterazione ipotalamica o ipofisaria con riduzione di FSH e LH (Ipogonadismo ipogonadotropo) oppure ad un deficit testicolare.
Le cause testicolari possono essere sia congenite che acquisite. Fra quelle congenite ricordiamo il criptorchidismo. Fra le cause acquisite le principali sono il varicocele, le infezioni e le infiammazioni uro-genitali. Quelle testicolari sono le cause più frequenti di infertilità e riguardano circa il 60% dei maschi.
Rientrano nella categoria di cause post-testicolari i casi d’infertilità dovuti a un problema nel passaggio degli spermatozoi dal testicolo, dove vengono prodotti, all’esterno. Questa causa di infertilità maschile riguarda il 30% degli uomini e può essere affrontata grazie alle tecniche di estrazione chirurgica degli spermatozoi.