
Il connubio tra inseminazione intrauterina e gravidanza, esprime la speranza davanti ad un’ iniziale ostacolo di concepimento. L’inseminazione intrauterina (IUI) è una tecnica di primo livello di fecondazione assistita, ed è uno dei primi trattamenti usati quando si parla d’infertilità, nello specifico di procreazione medicalmente assistita.
Inseminazione intrauterina e gravidanza: tecnica di primo livello
L’inseminazione intrauterina consiste in un iniziale monitoraggio follicolare, per poi effettuare l’introduzione del liquido seminale, tramite un apposito catetere, in concomitanza dello scoppio follicolare. Infatti, la donna viene sottoposta a una serie di controlli ecografici a partire in genere dal 10° giorno del ciclo. In questo modo viene monitorata la crescita dei follicoli. Quando uno o più follicoli hanno raggiunto le dimensioni di 18-20 mm circa , la paziente si trova nella fase ovulatoria. In corrispondenza di questa fase il partner maschile deve fare la raccolta di un campione di liquido seminale, ottenuto dopo 2-3 giorni di astinenza. Il seme, verrà opportunamente trattato, al fine di selezionare gli spermatozoi migliori.
Questi ultimi vengono selezionati, considerando morfologia e maggiore motilità. Il campione del liquido seminale verrà depositato dal ginecologo nella cavità uterina , attraverso un particolare catetere.
La ricerca della gravidanza
Successivamente ai 12/14 giorni, se la tecnica ha avuto esito positivo, occorre fare il test ematico del β-HCG il giorno successivo previsto per l’arrivo della mestruazione. Effettuare un percorso di PMA comporta un notevole peso emotivo Sentire di non essere in grado di ottenere una gravidanza naturalmente, inevitabilmente, crea uno scompenso emotivo che induce a sentirsi soli. Le proprie aspettative non vengono, così, soddisfatte nell’immediato. Lo stress aumenta incrementa lo stato d’ansia ed agitazione.