Gli “Ftalati”, prodotti chimici delle materie plastiche, agiscono peggiorando la motilità degli spermatozoi, con queste sostanze chimiche tutti noi abbiamo a che fare quotidianamente.
Gli uomini che sono esposti ad alte dosi di ftalati hanno maggiori probabilità di andare incontro a problemi legati alla fertilità. Ad affermarlo sono gli scienziati dell’Università di Lund (Svezia) in uno studio pubblicato dalla rivista Environment International. Le conclusioni sono nette: gli ftalati danneggiano gli spermatozoi peggiorandone la motilità.
Gli ftalati sono prodotti chimici che vengono aggiunti alle materie plastiche per migliorarne la flessibilità e la modellabilità. Sono sostanze tossiche soggette a restrizione europea: il loro utilizzo non è consentito a concentrazioni superiori allo 0,1%, né nei giocattoli, né negli articoli destinati all’infanzia; il motivo della restrizione è dovuto al pericolo di esposizione che può derivare dal masticare o succhiare per lunghi periodi di tempo oggetti che contengono ftalati. Poiché molti prodotti li contengono, attraverso un’analisi delle urine è facilmente verificabile la concentrazione alla quale si è esposti.
Gli ftalati appartengono ad un gruppo di composti industriali noti come interferenti endocrini perché interferiscono con il sistema endocrino, che regola la produzione e la distribuzione degli ormoni nel corpo. Sono stati implicati in una serie di problemi di salute, tra cui difetti alla nascita , cancro e diabete.
Il loro effetto sul sistema riproduttivo umano è estremamente preoccupante. Alcuni studi suggeriscono che gli ftalati possono compromettere la capacità riproduttiva maschile: dallo sviluppo testicolare alla qualità dello sperma .
E’ un risultato che non sorprende Andrea Gore, professore di farmacologia e tossicologia presso l’Università del Texas , e redattore capo della rivista Endocrinology, che ha affermato che gli studi recenti sulle cellule, sugli animali e i vari studi epidemiologici come questo, ottengono tutti risultati simili : gli ftalati hanno una influenza pessima sulla fertilità maschile.
Già negli anni precedenti, studi condotti dimostravano la correlazione tra il costante declino della qualità dello sperma e l’esposizione a sostanze chimiche. Uno degli autori, Niels Skakkebaek, ricercatore presso l’Università di Copenhagen, ha suggerito che un aumento delle malformazioni nei sistemi riproduttivi maschili, che chiama “sindrome da disgenesia testicolare”, può essere collegata ad esposizione di composti ambientali tra cui interferenti endocrini come gli ftalati .
Ci sono anche diversi tipi di ftalati che vano a complicare il quadro: alcuni sembrano avere un effetto molto più grande degli altri. E non bisogna dimenticare che questi composti non sono gli unici fattori (chimici e non), ad influenzare la fertilità umana. Un gruppo di ricercatori americani sta attualmente esaminando una vasta gamma di composti industriali, tra cui metalli pesanti come il piombo e il cadmio, che tendono ad accumularsi nel corpo.
Gli ftalati tendono ad essere metabolizzati entro poche ore. Il loro impatto non sarebbe così profondo se non fosse che le persone sono costantemente esposte ad essi. E l’esposizione continua mantiene costantemente livelli elevati di ftalati nel corpo.