In uno studio spagnolo condotto su donne con alterazioni della funzione riproduttiva, che avevano ricevuto una cellula uovo da una donatrice, è stata analizzata la relazione fra Indice di Massa Corporea ed esiti delle procedure. Nelle obese i risultati sono stati meno buoni rispetto alle donne con peso normale.
La procedura di donazione delle cellule uovo è permessa in alcuni paesi come soluzione per un’inadeguata funzione riproduttiva femminile. Donne sottoposte a questa procedura sono state prese in considerazione per valutare i rapporti fra condizione di eccesso di peso e capacità di portare a termine una gravidanza. La scelta di considerare proprio questi soggetti ha permesso di escludere altri fattori in grado di influenzare gli esiti delle procedure.
La popolazione in esame è stata divisa in quattro categorie in base all’Indice di Massa Corporea. L’indice di massa corporea (in inglese Body Mass Index: BMI); si calcola dividendo peso, in chilogrammi, per l’altezza, in metri, elevata al quadrato. Il valore di BMI di un individuo, confrontato con quello contenuto in apposite tabelle, permette di definire la condizione di sottopeso (<20 kg/m2), normopeso (20-24.9 kg/m2), sovrappeso (25-29.9 kg/m2), obesità (BMI ≥30 kg/m). Le variabili considerate riguardo alla procedura sono state: impianto della cellula uovo nell’utero, gravidanza definita su base clinica e di variabili di laboratorio, aborto e frequenza di bambini nati sani. Per tutte queste variabili si è osservato un peggioramento progressivo all’aumentare del BMI. In particolare, nelle donne sottopeso, normopeso, sovrappeso e obese la percentuale di impianto è stata rispettivamente di: 40.4%, 39.9%, 38.5% e 30.9%. Negli stessi gruppi le frequenze di bambini nati sani sono state: 38.6%, 37.9%, 34.9% e 27.7%. Solo la frequenza di aborti non è risultata influenzata dal peso.
Bellver e colleghi hanno concluso che l’obesità influenza negativamente i risultati delle procedure di donazione degli ovociti verosimilmente riducendo la recettività dell’utero.