
Con l’introduzione del pap test, a partire dagli anni Cinquanta del secolo scorso, sono stati organizzati massivi programmi di screening che hanno consentito di ridurre fortemente l’incidenza del tumore della cervice uterina e la relativa mortalità, sia in Italia sia negli altri Paesi avanzati. I progressi della ricerca (che hanno associato lo sviluppo del tumore del collo dell’utero all’infezione da Papillomavirus, in sigla HPV) e quelli delle tecniche diagnostiche (in particolare lo sviluppo di test molecolari) hanno però recentemente modificato questo approccio. A oggi è infatti disponibile un’ulteriore metodo di screening, l’HPV DNA test, che permette di rilevare la presenza di DNA di ceppi di HPV ad alto-medio rischio, prima ancora che le cellule del collo dell’utero presentino alterazioni riscontrabili con il Pap-test.
Pap Test: quando effettuarlo
L’importanza di effettuare il pap test è fondamentale. L’esame di riferimento per le donne di età compresa tra i 30 e i 65 anni è diventato dunque l’HPV DNA test (o più semplicemente HPV test), da ripetersi ogni 5 anni, mentre per le donne tra i 25 e i 29 anni rimane il pap test da effettuarsi ogni 3 anni. Il Sistema sanitario italiano, attraverso le Regioni, è impegnato a modificare il programma di screening entro la fine del 2020.I test effettuati quando si aderisce allo screening sono gratuiti e per la donna l’esame è identico: sia per il pap test sia per l’HPV DNA test si tratta di un prelievo indolore di un campione di cellule del collo dell’utero.
Perché è importante aderire allo screening
È stato dimostrato che il tumore del collo dell’utero nel 99 per cento dei casi ha come causa l’infezione da Papillomavirus e che circa l’80 per cento delle donne contrae l’infezione nel corso della propria vita. Nella maggior parte dei casi il virus viene facilmente eliminato dall’organismo, l’infezione è quindi temporanea e tende a regredire spontaneamente in 1-2 anni, senza causare lesioni uterine (cosiddette precancerose). Nella piccola percentuale di donne in cui l’infezione diventa persistente, soltanto una parte sviluppa le lesioni che precedono il cancro invasivo. Il processo tumorale è in genere lento: sono necessari circa 10-15 anni prima che l’infezione da HPV, una volta instauratasi, porti allo sviluppo del cancro. Nelle donne che si sottopongono regolarmente ai controlli, si ha quindi il tempo necessario per rilevare l’infezione e diagnosticare eventuali lesioni precancerose che, se non trattate, potrebbero evolvere verso un tumore invasivo.
Che cos’è il Pap-test
Il pap test è un’esame è indolore e viene eseguito con le stesse modalità di una visita ginecologica. Inizialmente viene inserito uno speculum, che è uno strumento che dilata leggermente le pareti vaginali, e successivamente si procede al prelievo delle cellule poste sulla superficie del collo dell’utero e del canale cervicale, mediante una spatola e uno spazzolino. Il materiale prelevato viene poi fissato su un vetrino e inviato in laboratorio per valutare la presenza di cellule anomale. Il pap test e l’Hpv test sono test di screening femminile che si effettuano anche in donne sane, per individuare e prevenire precocemente tumori del collo dell’utero. Verrà prelevato in maniera appropriata del muco dal collo dell’utero e dal canale cervicale. Su questo campione, in laboratorio, si cercheranno, per il pap- test cellule anomale con appositi metodi di colorazione e un approfondito esame computerizzato; per l’HPV- test si verificherà l’eventuale presenza del DNA del Papilloma virus. Le infezioni causate da questo comunissimo virus possono infatti essere responsabili del tumore del collo dell’utero.
Che cosa succede se il Pap-test è positivo
Se il pap test risulta positivo, la paziente viene sottoposta a un esame di secondo livello, la colposcopia, che consente, mediante uno strumento particolare e l’utilizzo di specifiche colorazioni, una visione ingrandita del collo dell’utero e delle eventuali lesioni rilevate con il test di screening. Nel caso in cui l’esame colposcopico evidenzi la presenza di aree anomale, si procede a una biopsia. Se la lesione precancerosa viene confermata, la si asporta con procedure micro-chirurgiche eseguite ambulatorialmente e in anestesia locale.
Non tutte le lesioni pretumorali necessitano tuttavia del trattamento. Le lesioni di basso grado, infatti, hanno un’alta probabilità di regredire spontaneamente. È per questo, soprattutto nelle pazienti giovanissime, che generalmente si preferisce monitorarle nel tempo anziché intervenire. Questa condotta, definita di attesa, serve a evitare interventi invasivi che si potrebbero dimostrare inutili. Nel caso in cui, invece, la lesione di basso grado persista, o sia riscontrata una lesione di alto grado confermata anche all’esame istologico, è raccomandata l’asportazione.
Che cos’è l’HPV test
L’HPV test è un test molecolare che ricerca il DNA dei ceppi di Papillomavirus ad alto rischio oncogeno e quindi più frequentemente associati allo sviluppo del carcinoma della cervice uterina. La metodica dell’esame è la stessa del Pap-test .