L’obiettivo principale della personalizzazione del trattamento per IVF (Fertilizzazione in Vitro) è fornire ad ogni donna la migliore terapia possibile in base alle sue caratteristiche peculiari, al fine di ottimizzare le possibilità di gravidanza eliminando i rischi iatrogeni, incluso il rischio di OHSS e riducendo al minimo il rischio di cancellazione del ciclo. In particolare, la riduzione delle cancellazioni del ciclo determinerebbe una riduzione dei costi e la possibile riduzione del numero di coppie che abbandonano i programmi di riproduzione assistita. Alcuni studi hanno dimostrato che il 40% delle coppie abbandona l’IVF dopo un singolo ciclo. Tra le cause più frequenti vi è il carico fisico e psicologico del trattamento e/o la risposta inadeguata alla stimolazione ovarica.

Pertanto la riduzione del tasso di risposta ovarica anomala alla stimolazione con gonadotropine potrebbe ridurre il tasso di abbandono dei programmi di IVF.

Benché la personalizzazione del trattamento per IVF possa determinare un miglioramento della compliance delle pazienti ed una migliore pratica clinica, essa è tutt’altro che facile.

In genere, si scelgono le terapie in base ai criteri anamnestici e/o clinici, tra i quali il più importante è l’esito osservato in precedenti tentativi di IVF. La scelta di un protocollo clinico sembra molto più semplice nelle donne che sono state sottoposte a precedenti tentativi di IVF. Se un precedente ciclo ha ottenuto una buona prestazione, il clinico probabilmente confermerà quel protocollo. Invece se un precedente ciclo ha prodotto un esito insoddisfacente, probabilmente il protocollo sarà modificato. Se precedentemente non è stato effettuato nessun ciclo, la scelta  si baserà su altri criteri, quali, l’età della donna, il BMI, le caratteristiche del ciclo mestruale, le caratteristiche che possono suggerire la presenza di sindrome dell’ovaio policistico (PCOs) e precedenti interventi chirurgici alle ovaie.

Un fattore chiave che determina l’outcome della stimolazione ovarica controllata e il conseguente outcome dell’IVF è la scelta della dose iniziale di gonadotropine . la necessità di personalizzare la posologia delle gonadotropine deriva dall’ipotesi che la variabilità della riserva ovarica funzionale ( pool di follicoli reclutabili) è molto ampia, e di conseguenza una dose iniziale fissa standard di gonadotropine potrebbe non essere adatta per tutte le donne . la corretta personalizzazione della dose iniziale di gonadotropine rappresenta una decisione clinica estremamente importante. Negli ultimi anni, l’utilizzo dei markers di riserva ovarica, vale a dire la conta dei follicoli antrali (AFC) e l’AMH, e il conseguente aggiustamento di dose sono state oggetto di interesse da parte degli esperti di IVF. Sia per AFC che per AMH è stato attribuito un ruolo importante nel predire gli estremi di risposta ovarica e consentire quindi di individuare la strategia terapeutica appropriata. Questa è la base per effettuare la scelta del protocollo più appropriato e  individuare la giusta dose iniziale di gonadotropine .

 L’obiettivo è quindi di scegliere il protocollo di trattamento ideale basandosi su una corretta previsione di risposta ovarica. Infatti la previsione di scarsa o eccessiva risposta consente ai clinici di fornire alle donne informazioni più accurate relativamente alle probabilità che tali scenari possano verificarsi durante il ciclo di IVF.

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