
La stimolazione ovarica è la prima fase del trattamento FIVET (Fecondazione in Vitro ed Embrio-Transfer). Consiste con l’induzione farmacologica della crescita multipla follicolare e la maturazione di più ovociti. E’ la prima fase che la donna deve affrontare per raggiungere il proprio obiettivo di ottenere una gravidanza attraverso la FIVET. Prima d’intraprendere il percorso di fecondazione assistita il primo contatto con il centro, per la coppia, è il colloquio preliminare seguito dalla consulenza psicologia. Questa fase preliminare mira a far emergere i fattori di infertilità e, dunque, a stabilire la conseguente diagnosi. Seguirà la descrizione del percorso terapeutico idoneo alla coppia, la prescrizione di esami di approfondimento (se necessari) e quella dei farmaci. Nel momento in cui la cartella clinica è completa, si può iniziare la stimolazione ovarica.
In cosa consiste la stimolazione ovarica?
Lo sviluppo dei gameti femminili e maschili inizia nel periodo prenatale. Originariamente, la donna, ha una produzione di circa 2-3 milioni di ovociti primari. Di questi, circa 300.000 raggiungono la pubertà, e solo 450 ovociti vengono rilasciati durante l’ovulazione, nel periodo fertile della donna. Normalmente, ogni mese, nelle ovaie si forma un certo numero di follicoli all’interno dei quali crescono gli ovociti. Di questi soltanto uno raggiungerà la maturazione, facendo, così, avvenire l’ovulazione. Nelle tecniche di FIVET, le ovaie vengono indotte, attraverso una terapia ormonale, a produrre più follicoli. In questo modo si otterrà un maggior numero di ovociti. La donna viene sottoposta, quindi, a induzione multipla controllata dei follicoli mediante somministrazione giornaliera di gonadotropine, dunque a stimolazione ovarica.
Questa terapia ormonale non danneggia la riserva ovarica, ma blocca semplicemente la selezione del follicolo predominante. Durante la stimolazione viene somministrato un farmaco che blocca l’aumento prematuro di LH e la conseguente ovulazione.
Numerosi sono i protocolli di stimolazione adottati dal Centro. Ognuno di questi, con diversi meccanismi d’azione, ha lo scopo di portare a maturazione un’ aumentato numero di follicoli, impedendone lo scoppio per essere poi prelevati con il pick-up ovocitario.
Ciascun protocollo viene scelto in base a fattori come:
- riserva ovarica,
- età e peso della donna,
- tipo di risposta ovarica ad eventuali precedenti stimolazioni ormonali, etc.
Procedure e fasi della stimolazione ovarica
Gli studi indicano che non vi sono, in genere, importanti effetti collaterali per la paziente. La somministrazione del farmaco inizia a partire dal primo o dal secondo giorno del ciclo, con una durata media di 12-14 giorni. Oltre alle gonadotropine, è possibile impiegare farmaci agonisti o antagonisti del GnRH (gonadotropin realising hormon – ormone di rilascio delle gonadotropine). Questi impediscono il prematuro rilascio degli ovociti, favoriscono la loro maturazione e permettono di scegliere il momento più idoneo in cui effettuare il prelievo ovocitario (pick-up). La maturazione degli ovociti, viene indotta in seguito alla somministrazione di gonadotropina corionica umana (hCG), la quale deve essere somministrata circa 32-36 ore prima del pick-up ovocitario. L’inizio, la durata e le modalità di stimolazione le decide il medico in base alla risposta individuale della paziente controllata mediante ecografia e dosaggi ormonali. La risposta dell’organismo della donna alla stimolazione ovarica viene seguita dallo specialista in base al monitoraggio dei livelli ormonali nel sangue e di ecografie ripetute. La ragione principale di questi controlli è quella di indurre un’ottima risposta delle ovaie. In questo modo, da una parte si riuscirà ad ottenere un elevato numero di ovociti e, dall’altra parte, si potrà prevenire l’iperstimolazione.
OHSS: sindrome da iperstimolazione ovarica
Può capitare che durante la stimolazione ovarica vi sia una notevole produzione di follicoli, e dunque, si presenti la sindrome da iperstimolazione ovarica (OHSS Ovarian Hyperstimulation Syndrome) si presenta con maggiore frequenza nelle donne di età inferiore ai 30 anni. Questa sindrome si presenta con:
- dolore addominale,
- ingrossamento significativo delle ovaie,
- formazione di liquido nella cavità addominale.
Le donne di età inferiore ai 30 anni sono più soggette all’iperstimolazione.
Oggi, l’OHSS è facilmente prevedibile e controllabile grazie a protocolli terapeutici adeguati ed al transfer differito in cicli naturali successivi.
Come avviene il monitoraggio della stimolazione ovarica?
Nel corso della terapia di stimolazione ovarica, vengono effettuati controlli ecografici e ormonali che permettono di valutare sia la crescita dei follicoli sia la dose giornaliera di gonadotropine da somministrare. La dose, infatti, può subire variazioni per prevenire effetti collaterali.
Il controllo della stimolazione avviene tramite:
- ecografie (in genere quattro volte durante la stimolazione) per lo studio del numero e per la misurazione dei follicoli,
- controllo dei livelli ormonali nel sangue (importante per il dosaggio dei farmaci).
Per qualsiasi necessità GATJC potrà essere al vostro fianco e supportarvi in ogni fase, contattateci per qualsiasi richiesta.