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Il sito JAMA Network riporta come uno studio condotto fra il 1° aprile e l’8 dicembre del 2020 abbia rivelato che negli USA solamente il 56% delle persone si è detto favorevole all’idea di ricevere uno dei due vaccini a tecnologia mRNA (Pfizer o Moderna). Il motivo sarebbe legato ai potenziali effetti negativi sulla fertilità.

L’Università di Miami ha quindi deciso di testare le ripercussioni dei vaccini Pfizer e Moderna sugli spermatozoi, reclutando volontari di età compresa fra i 18 e i 50 anni, non affetti da problemi di fertilità e che non avessero contratto il Covid-19 nei 90 giorni precedenti allo studio. Ai pazienti è stato richiesto di effettuare uno spermiogramma dopo un periodo di astinenza compreso fra i 2 e i 7 giorni, nel periodo precedente alla prima dose di vaccinoe di fornire un altro campione di sperma più o meno 70 giorni dopo aver concluso il ciclo di vaccinazione.

Gli analisti hanno confrontato i livelli pre e post studio di volume e concentrazione dello sperma, la motilità degli spermatozoi e il livello totale di spermatozoi attivi. Gli studi, condotti fra il 17 dicembre del 2020 e il 24 aprile del 2021 su 45 uomini con un’età media di 28 anni, hanno registrato un incremento sia nel livello medio della concentrazione dello sperma (da 26 milioni/mL a 30 milioni/mL) sia nel livello medio del totale di spermatozoi attivi (da 36 milioni a 44 milioni). Si è rilevato, poi, anche un aumento significativo del volume e della motilità dello sperma.

Va inoltre segnalato che 8 dei 45 uomini presi in analisi erano da considerarsi affetti da oligospermia, con una concentrazione media di 8.5 milioni di spermatozoi al mL. Di questi 8, solamente 1 è rimasto oligospermico dopo la conclusione del ciclo vaccinale, mentre tutti gli altri hanno aumentato la loro concentrazione di spermatozoi arrivando a un livello medio di 22 milioni/mL. Va evidenziato che nessuno di loro è risultato essere azoospermico, ovvero in totale assenza di cellule gametiche maschili.

Nonostante i risultati dello studio, va ricordato che il cambio nei numeri di spermatozoi rientra nei normali livelli di variazione che si registrano sul piano individuale e che gli stessi potrebbero esser collegati all’astinenza. Inoltre, lo studio presenta dei limiti intrinseci, quali: il piccolo numero di persone coinvolte; la difficoltà a generalizzare i risultati ottenuti su un campione di uomini giovani e in salute; il follow-up non prolungato e la mancanza di un gruppo di controllo.A rivelarlo è uno studio dell’Università di Miami, effettuato su 45 uomini di età media di 28 anni: in nessun caso il livello di spermatozoi è diminuito rispetto al numero registrato prima del ciclo di vaccinazione.

Dunque tale studio ha rivelato come in nessun caso il livello di spermatozoi è diminuito rispetto al numero registrato prima del ciclo di vaccinazione